giovedì 29 marzo 2012

Un pugno nello stomaco, un coltello che affonda la sua fredda lama nelle paure più recondite dell'anima e nella carne viva, uno schiaffo secco sulla guancia, inaspettato e doloroso, ecco cosa si prova leggendo "A sangue freddo" di Truman Capote.
Sono passati un paio d'anni ormai da quando l'ho letto ma ogni volta che vedo quel volume in mezzo alle centinaia che abitano la mia libreria la sensazione è sempre la stessa: angoscia, gelo e sconcerto; angoscia perchè la vicenda narrata è una bruttissima pagina della cronaca nera americana degli anni '60, gelo perchè è ciò che resta in casa spogliata del calore della famiglia che la abitava, sconcerto perchè Capote tratta la materia con un apparente distacco, da cronista quasi, che ci spiazzza...viene da chiedersi se le vittime siano gli assassinati o gli assassini, prodotto di una società corrotta, di un mondo in cui non c'è spazio per la mediocrità e lo sconcerto è dato proprio da questi pensieri; come si può provare pena per degli assassini?
Non si può...non si deve.
E' qui il genio di Capote?
Non sono in grado di dare un giudizio, lascio la discussione aperta...

   
                                              

sabato 24 marzo 2012

Oggi voglio parlare di un amante generoso e appassionato della parola, della bellezza, del lusso e della vita, un autore non sempre amato e apprezzato, molto spesso criticato e accusato di avere uno stile troppo pomposo, troppo ricco, stucchevole ma che amo follemente proprio per tutti questi "difetti": Gabriele D'Annunzio!
Non potrò mai rinnegare la bellezza assoluta dei versi de "La pioggia nel pineto", la dolcezza di quelli de "La sera fiesolana", parole innefabili, vive, ricche di significato, musicali...leggendole è possibile sentire la potenza della natura che abbraccia l'umanità, il panismo infinito che fa vibrare ogni foglia, ogni goccia di rugiada, tutte le creature sono unite da un'unica grande potenza che si chiama natura!
Ancor più bello è chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dal D'Annunzio poeta; come una ninna nanna ci accompagna in una pineta verdeggiante, ci fa inspirare l'odore fresco e pungente dell'erba bagnata da una frizzante pioggia estiva, come nella mitologia gli uomini si trasformano in piante, una sorta di Daphne e Apollo del Bernini messa in poesia e la luna de "La sera fiesolana" come una madre benigna e dolce guarda i suoi figli con i suoi grandi occhi!
La prosa dannunziana non è da meno per quanto riguarda la ricercatezza linguistica e lo stile ricco; mi limiterò a citare "Il piacere", esempio superbo del decadentismo italiano, lussuoso nel verbo e dettagliato nelle descrizioni; non voglio dilungarmi sulla vicenda, la trama è bella e ben costruita ma quello che mi è rimasto nel cuore di questo romanzo sono le descrizioni della Roma di fine '800.
Grazie alla grandezza di D'Annunzio ci sembra quasi di salire le scalinate di Piazza di Spagna, di vedere il sole che si addormenta dietro i colli della città eterna che non è ancora metropoli ma centro culturale, artistico e mondano; l'inverno romano, il sole pallido basso in cielo, il profumo fiorito delle donne, l'odore di tabacco, l'aria viziata dei teatri e quella sensuale delle mura domestiche!
Per me D'Annunzio è questo e molto di più al di là delle posizioni politiche, dello stile di vita discutibile o meno, delle leggende e delle storie vere sul suo conto...il genio quando c'è germoglia anche nell'uomo più piccolo e insulso che intelligentemente sa essere grande agli occhi degli altri!
Jane Wilde

domenica 18 marzo 2012

Amo l'inverno in tutte le sue forme, sfumature, colori, sapori e profumi, amo il freddo che punge le guance e fa arrossare il viso, il vapore che esce dalla bocca quando si respira, adoro entrare in casa e sentire il fuoco che crepita nel camino quasi fosse una dolce musica!
Questa premessa per motivare la scelta di un libro che ho acquistato ieri: "Tartufi bianchi in inverno"...con un titolo così non potevo non prenderlo soprattuto ora che la primavera preme per arrivare ed io invece vorrei ancora il mio amato inverno!
Ho iniziato a leggerlo e ad essere sincera non so ancora a cosa si riferica il titolo (lo intuisco però!!!)  forse lo capirò inseguito ma quello che posso dire che sin dalle prime righe sono stata completamente rapita da questo romanzo, tratto dalla storia vera di uno dei più grandi chef francesi vissuto a cavallo tra '800 e '900; una personalità bizzarra, un poeta del cibo in grado di trasformare un semplice pasto in un'esperienza sublime nella quale ogni sapore ha una storia, ogni abbinamento è un matrimonio d'amore, gusti che si fondono e danno vita ad un capolavoro culinario!
L'autrice è N.M.Kelby, una vera scoperta per quanto mi riguarda, dotata della straordinaria capacità di farci entrare nella cucina del protagonista, di respirare gli odori, di assaggiare insieme a lui le sue creazioni; è questa la sensazione che si prova leggendo il romanzo, si sentono i profumi puliti della Provenza, quelli corrotti di Parigi, si gusta la polposità di un pomodoro maturo mentre una madeline si scoglie in bocca; assolutamente affascinante la vicenda di Escoffier, questo il nome del famoso chef, profondo,misterioso e difficile il rapporto con la moglie; il tutto è condito dalla conturbante amicizia con la divina attrice Sarah Bernhardt!
"I temporali venivano imprigionati nei barattoli insieme con la mamellata di prugne. I ricordi colavano sulle assi di pino del pavimento. Le lacrime si trasformavano in sudore."
Buona lettura!
Jane Wilde

lunedì 12 marzo 2012

Saper far ridere è un dono!Ci vuole intelligenza, sensibilità e se chi possiede questa dote è in grado anche di commuovere allora nasce il genio!
Non so se apprezzate Carlo Verdone, io personalmente lo adoro da sempre, è uno dei pochi attori comici che riesce a farmi ridere anche solo guardandolo, credo sia eccezionale per questo quando ho saputo che aveva scritto un libro mi sono fiondata in libreria: dovevo assolutamente conoscere il Verdone più intimo!
"La casa sopra i portici" mi ha fatto sorridere, piangere; leggere questo libro è come vedere un film in cui però i personaggi sono reali, sono persone vere, alcune non ci sono più ma hanno fatto la storia del cinema! Dalle sue pagine escono immagini vive, odori forti, sapori dolci e amari quelli della vita vera, dei giorni felici e di quelli tristi...
Dopo questa lettura semplice e profonda allo stesso tempo che mi ha catturato per tre ore di seguito non posso far altro che amare ancora di più il genio Verdone!
"...chiesi a mia madre di darmi un ansiolitico. Lei mi rispose severamente: "Se non vai subito al teatro ti mollo un calcio in culo".
Poi prese la mia borsa piena di attrezzi scenici come il cappello, la pistoletta, le mascherine, gli occhiali e tutto ciò che serviva ai miei personaggi fatti di niente e mi aprì la porta. Sulla soglia supplicai ancora di darmi l'ansiolitico, invece lei mi consegnò la borsa e davvero mi mollò un calcio in culo, gridandomi amorevolmente: "Vai fregnone, che un giorno mi ringrazierai!"..
."


lunedì 5 marzo 2012

LO SPACCIATORE DI CARAMELLE
No, non è il titolo di un libro, è il modo in cui nella mia famiglia si scherza sul nonno Gigi!
Oggi è il primo anniversario della sua partenza, se n'è andato senza farsi sentire dopo una vita in cui è stato al centro dell'attenzione; ha lasciato il segno il mio nonnone, lui così apparentemente burbero, così fragile negli ultimi anni, lui con i suoi occhi sempre lucidi, neri come i miei che alla fine galleggiavano in una pozza d'acqua tiepida...il mio nonno!
Per me lui ha il sapore delle caramelle Rossana, sempre presenti nelle tasche del suo cardigan di lana, ha la croccantezza dei baci di dama che mangiavo da piccola nella sua bottega, ha il gusto proibito della cioccolata e del gelato mangiati in qualunque momento della giornata; era goloso il nonno Gigi, lo è sempre stato anche nei momenti peggiori per questo lo voglio ricordare così: con il bastone, una maglione troppo grande per lui e le tasche piene di caramelle...

Ciao nonno!!!
tua Iaia